10 Dicembre 2011: ancora insieme per ricordare l’Eccidio di Canneto Sabino

Il 10 Dicembre 1920 a Canneto Sabino, durante una manifestazione, undici braccianti venivano uccisi dal fuoco dei fucili dei militari della regia Arma dei Carabinieri e tredici persone gravemente ferite.
Rivendicavano l’attuazione dei patti colonici che avrebbe garantito un alleggerimento della situazione di sfruttamento, all’interno della quale tali uomini e donne erano costretti. All’ottusa ingordigia del padronato, i braccianti della zona seppero rispondere con fermezza, rendendo la Sabina uno dei primi esempi di lotta del paese.

I proprietari terrieri utilizzarono la disperazione e l’inesperienza degli uomini e delle donne che scendevano dall’alta Sabina, per costringerli ad accettare peggiori condizioni di lavoro, creando divisioni tra questi utimi ed i locali. I braccianti sabini non permisero che la loro lotta contro lo sfruttamento diventasse una guerra tra poveri e si impegnarono a sensibilizzare i compagni venuti da lontano sull’importanza delle loro rivendicazioni. Nel momento in cui la lotta degli uni si unì a quella degli altri, scattò la violenza del potere.

Anche qust’anno vogliamo ricordare la storia della lotta di quei lavoratori che, nei registri dell’anagrafe, risultano ancora deceduti per “morte naturale”. Noi ricordiamo ancora che non fu così e non permetteremo di cancellare il ricordo degli undici braccianti morti per mano del potere.
A novantuno anni da quei fatti nel comune di Fara in Sabina, si terrà un’iniziativa per ricordare Francesco Lazzaro, Giuseppe Giovannini, Angelo Perini, Leonilde Bonanni, Tullio Joschi, Antonio Di Marco, Luisa Turchetti, Marcello Vittori, Carlo Marini, Luigi Pandolfi, Vincenzo Salusesto di Luigi.

Al dibattito parteciperanno anche compagni e compagne rappresentanti di diverse forme di lotta contadina, dalle reti contadine territoriali ai protagonisti delle lotte di Rosarno e Nardò, che oggi come allora si ribellano allo sfruttamento. Sarà un luogo della memoria, ma anche un momento di confronto per parlare insieme di lavoro e organizzazione, tra tutte e tutti coloro che cercano di opporre le pratiche della solidarietà e del mutuo appoggio a quelle dello sfruttamento.

Lascia un commento